28 Set 2018

Gli animali alieni di Theo Jansen: materiali da riciclo… che camminano!

Nel percorso che l’arte ha fatto nel corso della storia, c’è un rapporto che è sempre stato a doppio filo: quello con la scienza. Due modi di concepire la realtà che sono sempre andati di pari passo, ma che, nella visione moderna, appaiono invece come universi separati e incapaci di comunicare. Una scissione avvenuta, come dicevamo, solo in epoca moderna, da Descartes in poi, con la cosiddetta rivoluzione scientifica del Seicento. Basti pensare a Leonardo da Vinci, appena un secolo prima, per convincersi del forte legame che fino al rinascimento legava arte e scienza; oppure, andando indietro nel tempo, all’antica Grecia di Pitagora, nelle cui dottrine natura, matematica e musica sono intimamente interconnesse. Non a caso il termine greco techne, l’equivalente del latino ars, significa allo stesso tempo sia arte che tecnica.

Nonostante il pensiero comune sia, quindi, che arte e scienza siano due cose ben distinte, c’è chi, invece, non è per nulla d’accordo e che ha fatto della frase «i confini tra arte e ingegneria esistono solo nelle nostre menti» il proprio slogan: stiamo parlando di Theo Jansen, artista olandese specializzato in arte cinetica che dagli anni ’80 realizza “animali alieni” capaci di muoversi in autonomia e creati utilizzando principalmente materiali da riciclo come bastoni e pallet, oltre a tubi gialli in PVC, del tipo in uso in elettrotecnica per la canalizzazione dei cablaggi di impianti elettrici, assemblati con nastro adesivo, elastici, e fascette serrafili.

L’artista si propone inoltre, in futuro, di collocare, in libertà, mandrie di queste sculture sulle spiagge olandesi: secondo Jansen, proprio grazie alla loro capacità di locomozione e all’acquisizione di capacità di omeostasi – per esempio essendo già in grado di percepire condizioni avverse, come forte vento o la presenza del mare (grazie a dei sensori), e di saper modificare di conseguenza il proprio comportamento – potrebbero così condurre una forma di esistenza autonoma come in colonie animali.

Chi è Theo Jansen?

Nato in in Olanda, a Scheveningen-L’Aja, il 14 marzo 1948, Theo Jansen è un artista (laureato in fisica) specializzato in scultura cinetica e attivo da oltre 30 anni.

Dal 1967 al 1975 studia fisica alla Technische Hogeschool Delft (ora Technische Universiteit Delft) e, nei successivi sette anni, e anni alla pittura e al disegno. Nel 1980 realizza la sua prima scultura cinetica Ufo: un disco volante nero lungo 4 metri che emetteva un segnale acustico e delle luci a intermittenza, realizzato su un’ossatura di tubi in PVC e riempito di elio, che seminò il panico volando nel cielo di Delft. Successivamente, dal 1984 al 1986, sviluppa la sua The painting machine, un dispositivo di pittura automatica su muro, per mezzo di una pistola a spruzzo la cui attivazione dipendeva dalla rilevazione o meno di illuminazione attraverso un sensore ottico.

Strandbeesten: animali “alieni” da spiaggia

Sempre negli anni ’80, Jansen inizia a sviluppare il primo prototipo di Strandbeesten, ovvero l’Animaris vulgaris: una struttura in PVC e nastro adesivo ancora non in grado di muoversi (inizialmente, infatti, era destinato ed essere semplicemente esposto sulla spiaggia e sulle dune costiere).

Successivamente l’artista implementa le sue opere con la capacità di locomozione, attraverso “ali” (sorta di pale a vento poste sul dorso delle sculture) e un ingegnoso sistema di movimento sviluppato dalle gambe, che permette di muoversi anche in assenza di vento: un processo di ideazione tutt’altro che semplice, sviluppato attraverso la creazione di modelli al computer e riproducendo gli stessi meccanismi con cui la selezione naturale agisce sull’evoluzione delle specie viventi. Si tratta di un movimento di rotazione in cui ciascun “piede” descrive approssimativamente un triangolo dai vertici smussati, ottenuto sollecitando il movimento di una “zampa” meccanica schematizzabile con un grafo planare costituito da 11 segmenti tubolari: insomma, un vero e proprio progetto ingegneristico con puro scopo artistico.

Il Lignatum period e gli Animaris Rhinoceros Transport

Dal 1997 al 2001, c’è stato il Lignatum (legno in olandese) period: fase in cui i materiali in PVC vennero totalmente accantonati e l’intera realizzazione delle opere avveniva con legno, specialmente proveniente da pallet. Questo perché, con il crescere delle dimensioni degli Animaris, i tubi in plastica non reggevano più il peso dell’intera struttura, e quindi l’artista dovette passare alla creazione di opere realizzate completamente con pallet di legno da recupero, chiamate Animaris Rhinoceros Lignatus.

Si tratta di un periodo molto importante, in quanto è da qui che inizia la creazione dei suoi Animaris Rhinoceros Transport: Strandbeesten (vedi immagine di copertina dell’articolo) del peso di due tonnellate che, nonostante il peso, possono muoversi sempre con il vento o con la spinta di una singola persona, grazie a un sistema ad aria compressa creato con bottiglie. Lo scopo di questi animali è di diventare veri e propri mezzi di trasporto, avendo la capacità di ospitare diverse persone al proprio interno. L’evoluzione degli Strandbeesten è l’ultimo progetto di Jansen, l’Animaris Mammoth, del peso di 12 tonnellate, dotato di maggiori capacità di trasporto, grazie alla disponibilità di maggiori spazi interni.

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