29 Ago 2018

La prima risorsa rinnovabile è l’etica: intervista a Ermete Realacci

Intervista con Ermete Realacci, ambientalista e politico italiano, e presidente onorario di Legambiente

Ermete Realacci

L’uomo e il bosco, l’uomo e il riuso, l’uomo e il riciclo: relazioni che hanno bisogno di politiche e norme intelligenti

Un paese contraddittorio, con eccellenze internazionali in campo ambientale ma con problemi strutturali in settori che saranno strategici nei prossimi anni. Ermete Realacci, in qualità di Presidente della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera dei Deputati, evidenzia opportunità di sviluppo ed ostacoli da superare anche nell’economia circolare del legno.

Quali emergenze ambientali e quali rimedi normativi?

Sicuramente la prima è il cambiamento climatico, insieme a numerose emergenze ambientali locali ma queste, in Italia come altrove, incrociano necessariamente il contesto globale perché spesso le soluzioni sono le stesse: veicoli elettrici, energie rinnovabili, usi più razionali di materie prime impattano in modo diretto sul riscaldamento globale e sulla salute dei cittadini. Inoltre, le politiche socio-ambientali accendono la competitività: chi supera per primo queste sfide, ha una marcia in più rispetto ad altre imprese e ad altre nazioni.

Quale il ruolo del legno in un’Italia sempre di più carbon free?

Un ruolo crescente: ricordo che ci siamo adoperati per evitare che si aprisse una competizione fra il recupero e il riuso da una parte e l’utilizzo come biomasse per la produzione di energia dall’altra. Siamo di fronte a una nuova domanda di edifici in legno, e non solo provvisori, come è accaduto ad Amatrice e Norcia con edifici definitivi, ma dobbiamo tornare a gestire i nostri boschi. Nella regola del 1520 dei camaldolesi, che gestivano le selve casentinesi, si legge: “E quando se n’ha da tagliare, il custode procuri d’essere presente, acciocché siano tagliati in que’ luoghi, et quegli Abeti, che manco diminuiscono la selva, et manco le tolgano della sua bellezza et vaghezza.”

Avremo una politica forestale? Come? Quando?

Il ministro Martina mi ha assicurato in tal senso: il piano è in dirittura d’arrivo, è pronto. Nelle prossime settimane sarà sottoposto agli altri ministeri e inizierà il suo iter di approvazione.

Bosco dall'altro

Educazione all’ambiente e al riciclo: che consapevolezza hanno gli amministratori pubblici?

L’Italia è un paese contraddittorio, con punte di eccellenza e di arretratezza. Nel recupero delle materie prime siamo i numeri 1 in Europa davanti ai tedeschi; Milano gareggia con Vienna fra le città europee con oltre 1 milione di abitanti per livelli di raccolta differenziata; e non mancano città del sud, come Salerno, ma l’intera Sicilia è a livelli inferiori a quelli della Romania. Le raccolte differenziate sono un indice di buon rapporto fra cittadini e pubblica amministrazione: se funzionano, vuol dire che gli amministratori sanno gestire il territorio e i cittadini si fidano di loro.

La Svezia detassa gli artigiani che riparano: meno rifiuti, più occupazione. Cosa ne pensa?

Idea splendida, da importare subito in Italia. Il fisco va usato per attivare strategie e progetti per il futuro. Per esempio, sono riuscito ad inserire nel decreto ‘Sblocca Italia’ un articolo che introduce il concetto di baratto amministrativo: se cittadini, commercianti e imprese si organizzano per realizzare un progetto di interesse comune, l’ente pubblico può detassare. Queste politiche che incrociano nuove tendenze costruiranno il retroterra di una nuova economia a dimensione umana.  

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