31 Lug 2023
Mercato legno, i trend
Fatturati del settore nel 2023 in flessione dello 0,8 per cento, costi in aumento ma i margini restano buoni
Intervista a ALESSANDRA BENEDINI
Quale evoluzione sta seguendo il mercato del legno?
Il settore del legno e dei prodotti in legno ha vissuto una dinamica fortemente positiva negli ultimi anni, sostenuta dalla crescita del mercato interno, che ha visto affiancarsi alle richieste attivate dall’industria dell’imballaggio il forte recupero degli ordini di prodotti e materiali destinati alle costruzioni. La ripresa dell’attività edilizia ha infatti consentito al comparto dei prodotti legno per l’edilizia (la componente principale all’interno del settore, che attiva circa il 40 per cento del valore complessivo della produzione di legno e prodotti in legno, al netto dei mobili) di crescere in maniera significativa. I positivi risultati degli ultimi anni hanno consentito alle imprese italiane di consolidare il proprio posizionamento nel panorama europeo, che vede il nostro Paese al secondo posto del ranking dei principali produttori, in termini di valore della produzione, dietro la Germania. Tale risultato è decisamente buono, considerando la scarsità di risorse forestali di cui dispone il nostro Paese, vincolo che penalizza il saldo commerciale (strutturalmente negativo in questo settore) e che ha imposto alle imprese italiane di soddisfare in primo luogo i fabbisogni del mercato interno e di specializzarsi soprattutto nei settori a valle della filiera. Tale specializzazione è riflessa anche nella dimensione media delle aziende attive in Italia rispetto ai partner europei: nella prima lavorazione del legno (comparto che incide solo per il 14 per cento del valore della produzione dell’industria italiana, a fronte del 30 per cento che caratterizza la media europea) la possibilità di sfruttare le economie di scala è infatti un importante elemento di competitività, mentre nei settori a valle è piuttosto la capacità di personalizzare l’offerta su richiesta del cliente – punto di forza di molti dei settori di specializzazione del Made in Italy – il principale fattore competitivo.
Quindi a fare da traino è stato solo il mercato interno?
Non solo. Negli ultimi anni sono anche cresciute in maniera significativa le esportazioni italiane, sostenute anche dall’aumento delle produzioni green. La capacità di trovare spazi sui mercati internazionali si rivelerà un importante sostegno ai livelli di attività nel prossimo futuro, che vedrà un rallentamento della domanda interna, e potrà consentire un rafforzamento della quota di offerta nazionale destinata all’export.
Che dire dell’attuale congiuntura?
Tutto il manifatturiero sta vivendo una fase di rallentamento della crescita e una fortissima accelerazione dei costi, soprattutto quelli di acquisto delle materie prime e dell’energia. Questi elementi, oltre a riflettersi in una crescente inflazione, stanno impattando in modo negativo sui margini di tutti i principali settori manifatturieri. Nel settore del legno e dei prodotti in legno si stima che i costi operativi (materie prime, lavoro e servizi) accusino un aumento superiore al 20 per cento nella media del 2022, crescita che non potrà essere integralmente trasferita sui listini di vendita, portando a una caduta dei margini unitari. In complesso, le condizioni di redditività del settore del legno e dei prodotti in legno si confermeranno comunque buone – su livelli nettamente superiori rispetto al pre-Covid – e lievemente superiori alla media manifatturiera, con la redditività operativa stimata su livelli di poco inferiori al 10 per cento, grazie anche alla favorevole evoluzione della rotazione del capitale investito consentita dalla favorevole evoluzione dei livelli di attività.
E nei prossimi anni cosa ci si può attendere?
Lo shock energetico, l’elevata inflazione – e le politiche monetarie restrittive intraprese in tutte le principali aree mondiali per contenerla – imporranno un’ulteriore frenata alla crescita dell’economia mondiale nei prossimi mesi, che interesserà anche il Pil italiano, portando a un rallentamento della domanda rivolta al settore, sia sul fronte interno che su quello internazionale. In questo contesto, il settore del legno e prodotti in legno è atteso chiudere il 2022 con un aumento del fatturato a prezzi costanti del +2,4 (ritmo più vivace, come già nel 2021, rispetto al 2,1 per cento stimato per il totale manifatturiero), per poi accusare una flessione nella media del 2023 (-0,8% la crescita attesa del fatturato deflazionato settoriale). Nell’anno in corso la crescita settoriale sarà ancora trainata dalla positiva dinamica dei semilavorati in legno e infissi, sostenuti dagli acquisti attivati dal vivace ciclo dell’edilizia, a fronte di un ripiegamento dell’attività del comparto della prima lavorazione del legno – sono quelli più a monte che quando inizia un ripiegamento dell’attività economica sono i primi a risentirne – stimata contrarsi dell’-1,5 per cento (flessione comunque in parte fisiologica, dopo la crescita del +27 per cento sperimentata nel 2021, che mantiene i livelli di attività molto più sostenuti rispetto al pre-Covid). Il rallentamento dell’attività edilizia – in particolare nel comparto delle ristrutturazioni, condizionato sia dalla rimodulazione del Superbonus che dal rialzo dei tassi d’interesse sui mutui – condizionerà l’evoluzione della domanda interna rivolta al settore nel prossimo biennio, pur in presenza di una buona penetrazione del legno nel settore edile, visto il successo che ha caratterizzato l’impiego di questo materiale negli ultimi anni. La flessione della domanda interna potrà essere solo in parte compensata da un andamento delle esportazioni che si confermerà positivo per l’intero biennio 2023-24, anche se in decelerazione rispetto al recente passato, scontando il rallentamento della crescita a livello internazionale. Nonostante risultati non più così brillanti come quelli degli ultimi anni, il fatturato deflazionato del settore del legno e prodotti in legno si confermerà nell’orizzonte al 2024 su livelli decisamente più elevati rispetto al pre-Covid, così come più elevata si confermerà la redditività operativa.