19 Nov 2021

Se anche il consumatore diventa green

Tutti gli strumenti per aiutare le aziende a progettare imballaggi eco-efficienti

Intervista a Luca Ruini

Promuovere un modello di business basato (anche) sulla sostenibilità oggi non è soltanto un fattore fondamentale di crescita per le aziende. È anche un driver che aiuta a veicolare la qualità dei loro prodotti.

Secondo un nostro recentissimo studio il 2020, nonostante l’emergenza sanitaria, ha visto aumentare l’attenzione che gli italiani riservano alla sostenibilità quando fanno acquisti, che si è fatta più acuta. Il 52% dei responsabili d’acquisto sceglie sempre o spesso confezioni facilmente riciclabili (nel 2019 dichiarava di farlo il 40%). Sempre il 52% opta sempre o spesso per prodotti alimentari imballati in confezioni che siano poi utilizzabili per altre funzioni (nel 2019 se ne preoccupava solo il 36%).

L’attenzione ai principi dell’economia circolare, insomma, è ormai un fattore sempre più riconosciuto non solo dalle aziende in ottica di corporate social responsibility, ma anche dai consumatori finali, che iniziano a valutare l’offerta basandosi anche su elementi legati alla tutela dell’ambiente.

Le imprese del futuro dovranno essere sempre più sostenibili. Sarà compito anche del sistema Conai aiutarle nel compiere questa transizione green. Del resto, soprattutto nel comparto degli imballaggi, sempre più sostenibilità e innovazione viaggiano insieme.

In questo la progettazione riveste un ruolo di importanza primaria. Da diversi anni Conai promuove un Bando per l’eco-design, premiando le aziende che hanno rivisto i loro imballaggi in chiave green e mettendo in palio 500mila euro: l’edizione 2020 non è stata frenata dal Covid-19, l’aumento di casi presentati rispetto al 2019 ha sfiorato il 20%. Abbiamo creato la piattaforma “Progettare Riciclo”, per la consultazione pubblica e la diffusione di linee guida sul design-for-recycling degli imballaggi. Le aziende consorziate hanno a disposizione anche l’EcoD Tool, un software che le guida nella valutazione ambientale dei propri pack. Oggi gli si affianca E-Pack, un servizio online per la progettazione di imballaggi eco-efficienti, anche con riferimento all’etichettatura ambientale. Quello dell’etichettatura è un tema di grande attualità: dallo scorso 26 settembre è obbligatoria per tutti gli imballaggi e deve dare al consumatore informazioni su come gestire correttamente il fine vita di un pack. Siamo al lavoro anche tramite una consultazione pubblica di linee guida per ottenere un documento di filiera da proporre alle istituzioni, che possa sciogliere i dubbi interpretativi che la normativa ancora lascia.

Sono solo alcuni esempi, ma il percorso imprenditoriale verso la sostenibilità transiterà anche – o forse soprattutto – dalle azioni di prevenzione messe in campo oggi, dalla loro costanza nel tempo e dal loro orizzonte di lungo periodo.

Gli sforzi di Conai e il lavoro dei Consorzi di filiera in questo ambito si rivelano ogni anno sempre più essenziali. E l’importanza delle azioni messe in campo anche da Rilegno sono sotto gli occhi di tutti. Non solo per il suo settore e nella cerchia ristretta di aziende produttrici e utilizzatrici di imballaggi in legno, i cui quantitativi sono superati dalla frazione merceologica similare, ossia da tutto il legno che non è imballaggio. Ma anche per l’intero sistema, nella cui forza il consorzio Rilegno ha sempre creduto con decisione, indicando con lucida risolutezza a tutte le imprese che aderiscono a Conai la strada verso uno sfruttamento delle risorse più lungo possibile, per evitare di doverne estrarre di nuove dal territorio.

Riciclo, assolutamente, ma anche riutilizzo e riuso creativo. Oggi buona parte del legno recuperato viene impiegato nella produzione di pannelli utilizzati nel comparto dell’arredo. Ma ci sono anche molti casi di riuso di grande interesse, promossi non solo dalla filiera del legno ma anche da quelle della plastica e della carta: usano gli imballaggi giunti a fine vita per la realizzazione di allestimenti in occasione di fiere o di altri eventi.

Le strade che possono portare un materiale verso una seconda vita, insomma, sono sempre più numerose. In questo le aziende di oggi e di domani avranno un ruolo di peso e autorevolezza crescenti. Dopotutto è anche grazie a loro se la pandemia non ha messo in ginocchio la filiera della raccolta differenziata e del recupero degli imballaggi.

Prevediamo di chiudere il 2020 con una crescita dei conferimenti al sistema consortile: il primo quadrimestre del nuovo anno, che ha incluso i duri mesi del lockdown, non ha registrato riduzioni nella raccolta differenziata dei vari materiali; i cittadini hanno continuato a farla e Conai ne ha garantito la raccolta su tutto il territorio nazionale. Stiamo attraversando una fase complessa, difficile sia per le aziende sia per la filiera della gestione dei rifiuti e del riciclo degli imballaggi. Continuare a lavorare con lungimiranza e ottimismo, però, è fondamentale: l’Italia è leader in Europa nella gestione dei rifiuti di imballaggio, siamo secondi solo alla Germania in termini di riciclo pro-capite. Dobbiamo continuare a fare del nostro meglio: questa posizione di leadership va difesa e mantenuta.


Luca Ruini è Presidente del Conai, Consorzio nazionale imballaggi.

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