19 Lug 2022

Progettare a basso impatto è l’unica via

Dalla “città dilatata” al recupero dei borghi storici, le nuove regole dell’architettura sostenibile

intervista a Mario Cucinella

Lei è fondatore della SOS – School of Sustainability. Da dove nasce l’esigenza di una scuola per neolaureati che formi una generazione di architetti e designer sostenibili?

SOS – School of Sustainability è una scuola con l’obiettivo di formare le prossime generazioni di professionisti del design sostenibile. SOS nasce per lanciare un messaggio: l’urgenza di affrontare il nostro futuro. La sostenibilità ambientale e delle scelte economiche rappresenta la vera grande prospettiva di crescita per il nostro Paese e per l’Europa. La progettazione sostenibile non è più un’opzione, ma l’unica via possibile. La scuola è aperta a giovani creativi e ricercatori, professionisti e imprese del settore che lavorano per sviluppare progetti innovativi con un impatto positivo sulla società, l’economia e l’ambiente. I giovani sono consapevoli di essere i protagonisti di questo futuro imprevedibile e cercano nella scuola gli strumenti per affrontarlo con fiducia e coraggio.

Quali sono le basi per l’architettura a basso impatto, di cui lei è considerato maestro?

La ricerca di soluzioni sostenibili che accompagni il progetto assicura un valore aggiunto a diverse scale, attraverso l’applicazione di un approccio investigativo e co-creativo, orientato verso la sostenibilità ambientale e socioeconomica. La bellezza va cercata oltre l’estetica, combinando invece l’efficienza energetica con l’empatia per l’identità dei luoghi e delle comunità, per poter porre le basi per il nostro futuro collettivo.

Il lavoro che facciamo riunisce molti input, dalla conoscenza delle tecniche di costruzione tradizionali alle nuove tecnologie, al fine di creare edifici in grado di ridurre la loro impronta di CO2, allineati con gli obiettivi internazionali e capaci di produrre un impatto positivo sulla società.

Più tecnicamente i progetti dello studio investono da sempre nella ricerca. Disponiamo di un’unità R&D impegnata sui temi dell’innovazione e della sostenibilità, sia nella ricerca teorica sia nella pratica, per accrescere le nostre competenze sui temi più impegnativi, come, per avere degli esempi più tecnici, il controllo passivo della radiazione solare attraverso l’ottimizzazione delle volumetrie e delle facciate, lo studio del comfort interno ed esterno, l’approfondimento di pratiche di edilizia innovativa e lo studio di strategie off-grid.

Questo tipo di pratica architettonica si sta diffondendo o è ancora un’azione di testimonianza?

Davanti a un’emergenza che si fa ogni giorni più impellente non c’è più tempo per le testimonianze, bisogna agire ora. Purtroppo, a volte c’è ancora qualche resistenza di natura economica quando si tratta di costruire in maniera sostenibile. Ma un progetto sostenibile e ben fatto non è un costo, bensì un valore aggiunto. Un progetto tradizionale può costare meno di un progetto sostenibile certificato. Risparmi che si dissipano però in seguito, con i costi elevati delle manutenzioni e delle bollette energetiche. Per non parlare del punto di vista etico e commerciale che valorizza la proprietà.

Quest’anno abbiamo presentato al COP26 per il Built Environment un prototipo di casa stampata in 3D interamente in terra cruda, TECLA, un progetto di MCA – Mario Cucinella Architects e WASP. È ovvio che non possiamo metterci a costruire da un giorno all’altro con questa materia naturale e riciclabile, ma volevamo lanciare un sasso in un dibattito sull’innovazione e sulla necessità di fare scelte radicali. Ci piace pensare che TECLA sia l’inizio di una nuova storia. Sarebbe veramente straordinario dar forma al futuro attraverso la trasformazione di questa materia antica con le tecnologie che abbiamo a disposizione oggi.

Come vede la metropoli del futuro? La sostenibilità avrà un ruolo importante?

La sostenibilità guarda al futuro delle nostre città, che devono essere al centro di un progetto integrato. Un progetto capace di mettere assieme la rigenerazione degli spazi pubblici con il ciclo virtuoso del rifiuti dove ambienti e servizi siano centri di raccordo e di relazione nelle nuove strutture della “città dilatata”: una cità che diventi rete con le città minori, patrimonio straordinario del territorio italiano. Rigenerare continua ad essere prioritario rispetto a costruire. Abbiamo appena completato il nuovo Rettorato di Roma Tre nel quartiere Ostiense a Roma: alla base c’era l’idea di una grande piazza che unisse zone diverse e frammentate del quartiere, dando un’opportunità concreta per gli studenti di abitare nuovi luoghi.

Aperti, inclusivi e in continuità con la città, in un progetto sostenibile che desse un segno tangibile ai futuri architetti che è possibile progettare senza prescindere dalla tutela dell’ambiente e continuando ad innovare.

L’Italia è fatta anche di borghi distribuiti sul territorio, molti dei quali spopolati. Trovare una formula di sviluppo che permetta di riviverli può essere un’efficace strategia italiana sostenibile?

L’Italia è fatta di una grande rete di città molto prossime e questa struttura dovrebbe essere al centro di un progetto, architettonico e infrastrutturale. Ma per realizzarlo ci vuole appunto una visione progettuale, altrimenti resta solo poesia. Servono le infrastrutture, telematiche ed energetiche. Scuole e case belle e moderne. Così le aree interne possono vincere una partita di prossimità. La strategia del cambiamento passa anche attraverso l’architettura. A Peccioli, un tipico borgo toscano con al centro una piazza e una chiesa in stile romanico pisano, in provincia di Lucca, abbiamo dato il via a un’opera di riqualificazione architettonica e urbana, Palazzo Senza Tempo. Il progetto è stato disegnato e pensato attraverso il recupero e la trasformazione dell’esistente, installando nuove funzioni pubbliche a servizio dei visitatori e della comunità.

Mario Cucinella, architetto, designer ed educatore è fondatore di MC A – Mario Cucinella Architects

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