12 Nov 2021
Legno arredo, primi in Europa per sostenibilità
Ma le Pmi della filiera vanno aiutate ad affrontare la complessità della trasformazione in atto
Intervista a Claudio Feltrin
La sostenibilità è il primo punto del mio programma perché penso sia una grandissima occasione di rinnovamento per l’industria italiana, e in particolare per quella del legno-arredo. Già i dati confermano che siamo fra le filiere più sostenibili, ma dobbiamo fare ancora di più per migliorare la nostra competitività futura. Credo che il 2019 sia stato un anno di svolta: l’effetto Greta ha sdoganato finalmente a livello globale il concetto di sostenibilità nel sentire comune, mentre prima interessava solo una nicchia più sensibile al tema. Una svolta che è culminata a livello europeo con l’approvazione del New Green Deal, con il quale si sono stanziate cifre veramente importanti affinché le nostre aziende possano avviare un processo di adeguamento al nuovo trend che ritengo estremamente positivo. Dobbiamo però tenere presente che per accedere ai finanziamenti europei è necessario presentare progetti credibili e strutturati. Le aziende associate a Federlegnoarredo sono in gran parte piccole imprese, con una media di quattro dipendenti, che magari non hanno la possibilità di redigere questi piani in modo efficace, così come non è detto abbiano le risorse finanziarie necessarie per ottenere e mantenere le certificazioni. Per esportare non è più sufficiente fare un prodotto bello e totalmente made in Italy, meccanicamente realizzato in maniera eccezionale: se manca anche una sola certificazione richiesta in un determinato Paese, esportare è impossibile. Ci sono tutta una serie di passaggi obbligati cui le piccole aziende, se lasciate sole, non sono in grado di ottemperare; il che vuol dire nel medio termine precludere il loro sviluppo, indebolendo il tessuto di Pmi che è alla base della nostra filiera. Anche le grandi aziende del settore ne soffrirebbero.
Per evitare che questo accada e che, come succede spesso in Italia, molti fondi europei non vengano utilizzati, FederlegnoArredo ha una mission ben chiara: affiancare le piccole aziende creando un team di esperti che rediga protocolli e linee guida da seguire. La Federazione deve, in altre parole, diventare lo snodo centrale in cui convogliare queste problematiche per fornire le soluzioni, fare da cerniera per divulgare una cultura imprenditoriale più aperta e rivolta alla sostenibilità, e allo stesso tempo aiutare fattivamente le aziende a realizzarla. Diversamente si farebbe un puro esercizio estetico-teorico, con il rischio di lasciare le piccole aziende sole e penalizzarle. È questo l’obiettivo che mi sono prefissato istituendo un tavolo di lavoro ad hoc sulla scorta di un progetto simile già sviluppato da Assarredo da ormai due anni e mezzo.
La sostenibilità è il cuore della nostra filiera a partire dal mondo del legno: basti pensare che i pannelli truciolari, con cui vengono realizzate la gran parte dei componenti dei nostri prodotti, sono fatti in larga misura di legno riciclato.
Il recente rapporto Green Italy di Fondazione Symbola e Unioncamere – alla cui realizzazione Federlegnoarredo ha contribuito per la parte riguardante il legno-arredo – ha infatti evidenziato come il 93% dei pannelli truciolari prodotti in Italia è fatto di legno riciclato: un esempio virtuoso da sbandierare con orgoglio. Inoltre produciamo meno emissioni inquinanti degli altri grandi Paesi europei: 26 kg ogni 1.000 euro di produzione, a fronte dei 43 della Germania, dei 49 della Francia e degli oltre 200 della Spagna. Dati significativi che fotografano lo stato di “sostenibilità” trasversale alle nostre 11 associazioni: abbiamo l’ambizioso obiettivo di diventare nel 2025 un punto di riferimento a livello europeo per il nostro settore. Sono sicuro che è un obiettivo alla nostra portata, perché abbiamo numeri che rispetto ad altri Paesi europei ci mettono in una situazione di vantaggio. Abbiamo la ragionevole certezza di poter fare un bel lavoro e ben presto potremo dare ottime indicazioni a tutta Europa e anche al resto del mondo. Sono molto fiducioso che sarà un bel punto di svolta per le aziende.
È chiaro che la sostenibilità non è un processo semplice, non basta che i prodotti siano fatti con materiali riciclati, è l’azienda nella sua totalità che deve essere sostenibile. Per fare questo ci vuole una profonda trasformazione culturale, ma anche investimenti importanti che hanno bisogno di tempo. Confido che questo sia un driver determinante per il futuro della nostra industria e di tutta la filiera del legno-arredo. In questo percorso, è fondamentale avere all’interno della nostra federazione un’eccellenza come Rilegno, che permette di riportare alla produzione meglio di qualunque altro Paese il legname usato con la raccolta e il riciclo.
Sfoglia WALDEN, il mondo sostenibile di Rilegno qui: