13 Ott 2025

L’artificiale in dialogo con la natura

Così l’architettura risponde alle sfide del futuro e contribuisce alla lotta al cambiamento climatico

Intervista a CARLO RATTI

Per contribuire alla lotta al cambiamento climatico come devono cambiare le città?

Non devono cambiare nell’aspetto esteriore, ma nella loro infrastruttura. Con le sfide per il cambiamento globale alle porte, le parole d’ordine per il futuro delle città sono due: rispondere e mitigare. Abbiamo bisogno di interventi di ristrutturazione là dove i nostri edifici sono in grado di rispondere ai cambiamenti climatici e di mitigarne gli effetti. Faccio riferimento a due esempi entrambi realizzati dal mio studio CRA-Carlo Ratti Associati. Il primo è l’architettura cinetica immaginata per gli spazi lungo il Po, a Torino, che si alza e si abbassa assecondando il livello dell’acqua del fiume. Il secondo è l’utilizzo dei materiali, anche non nuovi, in ottica circolare per ottenere nuove soluzioni: per il padiglione Italia a Expo Dubai 2020, abbiamo realizzato una serie di corde in plastica riciclata che climatizzavano l’ambiente senza l’uso di aria condizionata.

C’è compatibilità tra la direzione obbligata dall’urgenza climatica e l’evoluzione già in corso dell’urbanistica?

Questo è il tema cruciale che affronteremo con la Biennale Architettura 2025 (di cui Ratti è curatore, ndr). Una mostra che sarà dedicata all’ambiente costruito e alle numerose discipline che gli danno forma. L’architettura è al centro di esse, ma non è la sola. Essa fa parte di una compagine estesa che deve integrare arte, ingegneria, biologia, scienza dei dati, scienze sociali e politiche, scienze planetarie e altre discipline, collegando ciascuna di esse alla materialità dello spazio urbano. Il titolo che abbiamo individuato, Intelligens, vuole mettere in dialogo i tre grandi filoni dell’architettura contemporanea – quello dedicato al rapporto con la natura, quello dedicato al rapporto con le nuove tecnologie e quello dedicato alla comunità – integrandoli, facendo sintesi e cercando soluzioni alle sfide che stiamo affrontando. Partendo, ovviamente, da quella climatica.

Ci sono città che hanno già investito in architetture o infrastrutture amiche dell’ambiente? Quali esempi virtuosi possiamo citare?

Tantissime città stanno lavorando su diversi aspetti per contrastare le emissioni e adattarsi al cambiamento climatico. In Europa, sempre più metropoli stanno adottando le cosiddette “Zone 30”. Le stiamo studiando in merito alla città di Milano grazie a una ricerca per UnipolTech condotta dal nostro laboratorio al MIT di Boston, il Senseable City Lab. Tendenzialmente le emissioni calano, aumenta la sicurezza e i quartieri rivivono tornando in mano alle persone. Grazie alla spinta simbolica del Bosco Verticale di Stefano Boeri, Milano sta lavorando per portare il verde sempre di più nello spazio urbano. Una politica, questa, cui abbiamo contribuito anche noi con lo studio CRA-Carlo Ratti Associati, con il progetto di Porta Romana, dove abbiamo immaginato un nuovo parco pubblico che connette quartieri un tempo divisi dalle ferrovie.

Ci sono progetti in fase di realizzazione che costituiscono un punto di riferimento, inclusi quelli realizzati dal suo studio?

I progetti che realizziamo con CRA si muovono tutti nell’idea di unire l’artificiale con il naturale. La nostra volontà è trovare sempre soluzioni innovative per rispondere ai problemi del mondo attuale. Ad esempio, crediamo sia fondamentale riflettere sulla decarbonizzazione delle città. È nostra l’idea di Hot Heart, il più grande progetto di superamento di questa fonte energetica altamente inquinante su scala europea. Il progetto consta di isole artificiali ancorate al largo del bacino di Helsinki in cui verrà immagazzinata acqua calda per la rete di teleriscaldamento. L’acqua che rimane nelle isole geotermiche, inoltre, permetterà la creazione di nuovi spazi pubblici. Ideando la torre Jian Mu per la megalopoli cinese di Shenzhen, abbiamo puntato, invece, sulle colture idroponiche che, se sviluppate in verticale sulle facciate dei grattacieli, possono garantire il fabbisogno dei propri abitanti. Per quanto riguarda i materiali, invece, e so di trovare qui un terreno fertile, stiamo lavorando molto sul legno. Con la nostra nuova start-up, Maestro Technologies, cerchiamo di integrare le innovazioni della progettazione insieme alle intelligenze artificiali per ridurre al minimo gli scarti del legno, ottimizzando risorse in ottica circolare.

Hot Heart, progetto vincitore della Helsinki Energy Challenge Un arcipelago di isole-bacini di accumulo del calore, con la duplice funzione di accumulare energia termica e di fungere da centro per le attività ricreative. È il progetto Hot Heart di CRA-Carlo Ratti Associati, vincitore della Helsinki Energy Challenge che mira a decarbonizzare il sistema di riscaldamento della capitale finlandese entro il 2030. Le isole ospiteranno anche foreste tropicali ed ecosistemi provenienti da tutto il mondo. Il sistema funziona come una gigantesca batteria termica: l’energia rinnovabile a basso costo viene convertita in calore, immagazzinata nei serbatoi e prelevata nei canali di distribuzione del calore della città durante l’inverno. nell’immagine di apertura.

Per approfondire (suggeriti da Carlo Ratti)

LIBRI

Jared Diamond Armi, acciaio e malattie. Breve storia del mondo negli ultimi tredicimila anni Einaudi, 2014

FILM
A life on Our Planet di David Attenborough 2020

Carlo Ratti è architetto, urbanista e teorico dell’architettura. Ha fondato e dirige il MIT Senseable City Lab presso il Massachussetts Institute of Technology (MIT), un laboratorio di ricerca che si occupa dell’interazione tra le città, la tecnologia e le società.

Rimani aggiornato

Vuoi sapere di più sul mondo del legno?

Rimani aggiornato