06 Nov 2020

La fotografia che rispetta la natura

Da Ansel Adams a Salgado, le immagini dei grandi fotografi danno un contributo alla difesa dell’ambiente.

intervista a DENIS CURTI

Denis Curti, critico e curatore della fotografia, è direttore artistico della Casa dei Tre Oci a Venezia.

“La fotografia ha un rapporto fortissimo con la natura sin dalla sua invenzione, nel 1839” dice Denis Curti, critico e curatore della fotografia, direttore artistico della Casa dei Tre Oci a Venezia. “Il primo libro fotografico, di Henry Fox Talbot, pioniere della fotografia, stampato nel 1844 in sole tre copie, si intitolava Pencil of Nature, la matita della natura. Non era la matita di un pittore, ma una scrittura con la luce”.

Come nasce questo rapporto?
Da una limitazione tecnica che diventa un’occasione linguistica. Prima dell’invenzione dell’otturatore (che permette di scattare con tempi di esposizione molto rapidi, ndr), i fotografi non potevano ritrarre soggetti dinamici, così incominciano a guardare al paesaggio per la sua dimensione statica. La fotografia degli esordi deve anche fare i conti con la pittura, che all’epoca è il linguaggio espressivo più potente e ha sempre guardato al paesaggio e alla natura morta, oltre che al ritratto. Nasce addirittura una corrente della fotografia che si chiama pittorialismo, proprio perché le immagini per essere accettate si avvicinano all’estetica della pittura e assomigliano a dei quadri.

Chi citerebbe tra i grandi fotografi della natura?
Uno su tutti: Ansel Adams, il famoso fotografo del Novecento che con le sue foto convince persino il governo americano a istituire alcuni grandi parchi naturali. Adams fonda il gruppo f/64, che fa riferimento alla massima chiusura del diaframma, cioè a una foto in cui tutto è a fuoco, in nome del rispetto che si deve alla natura. Giovan Battista Alberti diceva che la bellezza della natura è tale che non si può cambiare niente, perché qualsiasi alterazione produce un disequilibrio. Andy Warhol sosteneva che di fronte alla bellezza naturale il vero artista deve fare una sola cosa: conservarla così com’è. Ansel Adams, con le sue fotografie tutte a fuoco e il suo sistema zonale, mette a punto una tecnica e un linguaggio che sembrano fatti apposta per ritrarre la natura. 

Che ruolo può avere oggi la fotografia rispetto ai temi ambientali?
L’attenzione ai temi legati al cambiamento climatico e al rispetto della natura passa anche dalla sua narrazione. Oggi viviamo in una società dove se una cosa non è raccontata visivamente non esiste. Allora è meglio raccontarla bene. Ferdinando Scianna, un grande fotografo italiano, ha detto che una buona fotografia non può cambiare il mondo, ma una brutta fotografia può contribuire a peggiorarlo. Fare buone foto significa fare foto consapevoli: così la fotografia diventa uno strumento di persuasione. Le buone fotografie di paesaggio sono un contributo notevole alla lotta per la difesa dell’ambiente.

Ad esempio?
Sebastiao Salgado, quando con Genesi ha deciso di fare un lavoro a difesa della natura, poteva mostrarci i disastri che ci sono nel mondo (l’inquinamento, le distruzioni, le megalopoli) oppure poteva farci capire che su questo pianeta ci sono ancora delle realtà che riescono a convivere con questa idea di naturalezza. Ha scelto questa seconda strada: rendere omaggio alla bellezza della terra e raccontare a tutto il mondo che è ancora possibile vivere, amare, procreare, lavorare in una situazione di totale rispetto. Così è diventato uno dei paladini della difesa dell’ambiente, perché ci ha raccontato una parte del mondo sconosciuta. Ora sta facendo un nuovo lavoro che si intitola semplicemente Amazzonia, e tutti sappiamo quali rischi stiamo correndo con la distruzione di quella regione.

Il progetto che lei sta curando per Rilegno, una selezione di fotografie che raccontano il legno e che vengono pubblicate sul profilo Instagram del Consorzio, va in questa direzione?
Certo. Non vogliamo far vedere gli aspetti terribili del nostro pianeta, ma raccontarne la bellezza. Ci interessa che le persone che guardano queste immagini se ne innamorino e vogliano proteggere questa bellezza. Molti fotografi hanno capito il progetto e ce le stanno segnalando. Ecco, vogliamo valorizzare i fotografi che, come Adams e Salgado, difendono il patrimonio naturale celebrandone la bellezza. 

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