20 Feb 2023

Il futuro sono le rinnovabili

Stiamo accelerando, per aumentare l’indipendenza energetica di pari passo con la tutela ambientale.

intervista a Giberto Pichetto Fratin

Ministro, è possibile affrontare la crisi energetica senza perdere di vista l’importanza centrale della sostenibilità ambientale, anche alla luce del riscaldamento globale?

È certamente possibile e lo stiamo già facendo. Come abbiamo detto con il Presidente Meloni in apertura della Cop27, il nostro obiettivo è raggiungere una maggiore indipendenza energetica dai Paesi esteri, puntando sulle rinnovabili e garantendo l’impegno di ridurre le emissioni del 55 per cento entro il 2030 e la neutralità climatica nel 2050. È importante chiarire che le politiche relative alla sicurezza energetica non sono in contrasto con la tutela ambientale. In realtà sono due facce della stessa medaglia, che devono combinarsi per garantire dinamiche e processi ecosostenibili nel mondo di domani. È chiaro che per avere successo in questa sfida, serve un approccio politico scevro da pregiudizi ideologici, pragmatico e lungimirante.

Quali sono i principali obiettivi del governo in materia ambientale?

Il lavoro che ci attende nei prossimi anni è proiettato verso il futuro: abbiamo il dovere di dare delle risposte concrete per mitigare l’impatto dei cambiamenti climatici sull’ambiente, sul territorio e sulla salute umana, evitando l’errore che è stato fatto in precedenza e che ci è stato drammaticamente posto davanti agli occhi nelle scorse settimane: quello di non pianificare e di rincorrere l’emergenza. Il futuro sono le rinnovabili. Le fonti fossili vanno abbandonate il prima possibile. Il rispetto dell’ambiente deve essere il brand dello sviluppo economico italiano. Due principi che devono camminare sempre di pari passo e l’uno non deve essere il freno dell’altro. Per far questo non possiamo che continuare a perseguire la cooperazione bilaterale e multilaterale per garantire la piena attuazione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile previsti dall’Agenda Onu 2030 e gli impegni internazionali per il contrasto ai cambiamenti climatici sanciti nell’Accordo di Parigi del 2015.

Ritiene che la crescente richiesta di requisiti Esg alle imprese che vogliono accedere a diversi strumenti di finanziamento possa riuscire a saldare crescita economica e sostenibilità?

I requisiti Esg misurano quanto un’azienda sia sostenibile e responsabile. Richiedere il rispetto di standard, fra gli altri, di sostenibilità ambientale è un passo in avanti nella giusta direzione, quella della neutralità climatica, perchè rappresenta un incentivo per le aziende a migliorare la propria impronta sul pianeta. Per questo governo è importante che la sostenibilità ambientale vada di pari passo con quella sociale ed economica, in modo tale da non lasciare nessuno indietro.

Quanto ritiene importante lo sviluppo di un’azione collettiva nel perseguimento degli obiettivi di sostenibilità?

Il futuro si costruisce tutti insieme e l’impegno di ognuno è imprescindibile. La politica compie le scelte che ritiene migliori per perseguire gli obiettivi del Green New Deal, ma il ruolo di ciascun cittadino è fondamentale. La possibilità di garantire uno sviluppo sostenibile e di raggiungere la neutralità climatica risiede nella capacità di ognuno di agire in questa direzione. È necessario promuovere le buone pratiche e siccome i comportamenti sono guidati dalla consapevolezza, dobbiamo investire nell’educazione. A tal proposito, il Ministero dell’Ambiente sta dando attuazione ad un investimento del Piano nazionale di ripresa e resilienza volto proprio a diffondere cultura e consapevolezza su temi e sfide ambientali. L’obiettivo è quello di generare nei cittadini, in particolare nelle nuove generazioni, una maggiore consapevolezza sulle tematiche e le sfide della transizione ecologica, nonchè di promuover l’adozione di comportamenti virtuosi e di consumi e stili di vita più sostenibili a livello di individui, famiglie e comunità.

La crescita delle rinnovabili può dare risposta alla doppia emergenza, energetica e climatica? Come intendete muovervi a tal proposito?

Le fonti rinnovabili sono una parte importante della risposta e per questo stiamo accelerando. Nel 2021 è stato dato parere favorevole a impianti per solo 1,5 GW. Quest’anno siamo già a 7 e contiamo di arrivare al 31 dicembre (2022, ndr) avvicinandoci ai 9. Per quanto riguarda le azioni concrete, innanzitutto ci stiamo muovendo per dare rapida attuazione alla Direttiva europea sull’uso dell’energia da fonti rinnovabili e assicurare un quadro autorizzativo omogeneo che consenta lo sviluppo dei progetti in un arco temporale ben definito. Sul fronte autorizzativo, poi, abbiamo semplificato e velocizzato le procedure, potenziando le Commissioni Via/Vas e Pnrr/Pniec per l’analisi dei progetti, in modo da dare le risposte – positive o negative – nel minor tempo possibile.

Il consorzio Rilegno ha già più che doppiato la percentuale di riciclaggio degli imballaggi indicata dall’Ue come obiettivo per il 2030 (64 per cento vs 30 per cento). L’Italia può essere apripista in Europa nell’economia circolare e quindi nelle pratiche sostenibili?

L’Italia è già leader in Europa nell’economia circolare. Siamo i migliori, come anche la vostra esperienza dimostra. Siamo il Paese d’Europa che ha il più alto livello di riciclo, per questo ci siamo opposti al Regolamento europeo sui rifiuti da imballaggio. La proposta della Commissione europea era basata soprattutto su riuso e vuoto a rendere. Anche grazie alle interlocuzioni personali con il Commissario Ue all’Ambiente, Virginijus Sinkevičius, abbiamo ottenuto un chiarimento molto importante da parte della Commissione, e cioè che i target di riuso non sostituiscono quelli del riciclo. Nelle prossime settimane il Commissario Sinkevičius sarà in Italia e sono certo che riusciremo a trovare una mediazione favorevole al nostro Paese. Anche attraverso il Pnrr l’Italia ha investito per consolidare e incrementare un modello che si è rivelato vincente: le risorse economiche destinate all’impiantistica del riciclo e alla infrastrutturazione della raccolta differenziata ammontano a 2,1, miliardi di euro.

Gilberto Pichetto Fratin è ministro dell’Ambiente
e della Sicurezza Energetica da ottobre 2022.

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