09 Ago 2024

E’ la scienza, bellezza

Le teorie non ortodosse sono utili alla scienza. Ma le tesi dei negazionisti del cambiamento climatico (come del Covid) sono ormai contraddette da una montagna di evidenze sperimentali

intervista a VALERIO ROSSI ALBERTINI

Lo ha scritto anche il Papa nell’Esortazione apostolica Laudate Deum: circolano ancora troppe teorie negazioniste del cambiamento climatico… Come confutarle?

La scienza non si basa su opinioni, e questa è una banalità, ma sull’analisi di dati. Qualunque ipotesi che non confligga con le leggi di natura è ammissibile. Le teorie più astruse si sono dimostrate corrette alla prova dei fatti. Tutta la fisica moderna sembra surreale, folle, però funziona, quindi è una teoria corretta. Potrà avere delle migliorie ma sostanzialmente funziona per quanto ci possa sembrare incomprensibile. Stando così le cose chiunque ha il diritto di affermare qualunque principio astratto: per esempio che i cambiamenti climatici siano dovuti all’influenza aliena. Non possiamo escludere che ci siano degli alieni nello spazio e che utilizzino dei loro strumenti perversi per influenzare le nostre condizioni ambientali, magari per preparare il terreno all’invasione. Questa è una teoria. Enrico Fermi sosteneva che dovessero esserci civiltà aliene, ed è molto probabile che ci siano. Questa potrebbe essere una teoria con qualche fondamento.

Quindi è colpa degli alieni?

Un momento: il passo successivo è Galileo, il padre della scienza moderna, che ci ha detto come si fa a procedere nell’ipotesi per darle la dignità di teoria scientifica. L’ipotesi deve essere messa alla prova dei fatti. Quali sono i fatti? Che i cambiamenti climatici ci sono. Perfino il prof. Prodi dice che dobbiamo ammettere che c’è qualcosa di anomalo, non è possibile che ogni estate sia più calda della precedente, che si inneschino processi in passato sconosciuti. Tuttavia, la risorsa ultima dei negazionisti è dire: non è responsabilità nostra, accade indipendentemente dalle nostre azioni. Ma se chiedi: allora a cosa è dovuta?, ecco che cominciano ad annaspare, iniziano a parlare di cicli solari, che sono cicli regolari, potrebbero avere un influsso ma non giustificherebbero il fatto che non siamo in una condizione di perturbazione, ma di caos climatico.

Che altro sostengono?

Che l’anidride carbonica in eccesso non è quella che immettiamo noi nell’atmosfera. Ma allora da dove viene, qual è la sorgente? Sappiamo con certezza che le attività industriali e anche quelle private producono CO2 in continuazione, dovuta alla combustione di carburanti fossili. Non c’è traccia di nessuna altra fonte. C’è tantissima anidride carbonica in atmosfera, quella immessa dall’uomo è una piccola frazione ma è una frazione rilevante e non c’è nessuna prova scientifica, nessuna evidenza sperimentale, che ci siano altre fonti.

E ancora?

Dicono che il clima è sempre cambiato, è sempre stato così. Vero, ma bisogna contestualizzarlo: i cicli naturali di cambiamento delle condizioni termiche del pianeta sono molto più lenti, questo non ha precedenti. Non si è mai registrata una concentrazione simile di CO2 in atmosfera, è stato provato oltre ogni ragionevole dubbio. Lo sappiamo con certezza perché sono stati fatti molti e ripetuti esperimenti che hanno dato concordemente e coerentemente lo stesso risultato: negli ultimi ottocentomila anni non c’è mai stata una concentrazione simile di CO2 in atmosfera. Ci piacerebbe poter dire: ti sbagli, questa è la prova, ma non funziona così nella scienza. Quando i fenomeni sono complessi, articolati, investono non soltanto una singola regione ma l’intero pianeta, infatti si parla di surriscaldamento globale alludendo al globo terracqueo, allora bisogna tenere in considerazione tutte quante le possibili cause e valutare i possibili effetti .

Chi se ne occupa?

C’è un comitato che si chiama Ipcc (International Panel for Climate Change), un gruppo di studi internazionale per i cambiamenti climatici che è un organo dell’Onu, il più prestigioso al mondo, che da oltre vent’anni studia il fenomeno. In questo gruppo, che è costituito dai più grandi esperti in climatologia, non ci sono ormai dubbi residui. Hanno fatto tutte le possibili controprove. Sherlock Holmes diceva: eliminate tutte le cause che non si possono verificare, l’unica che resta, per quanto improbabile, deve essere la verità. Nel nostro caso non è affatto improbabile, se consideriamo che lo strato terrestre è sottile ed è verosimile che in due secoli siamo riusciti ad alterare la composizione chimica dell’atmosfera. L’abbiamo fatto anche con il mare, con le isole di plastica, stiamo alterando gli equilibri biologici del mare. Ce la si può fare, e per il mare abbiamo fatto peggio in soli sessant’anni, non in due secoli.

Come rapportarsi a chi insiste a dubitare?

Tutte le opposizioni e le riserve vanno tenute in debita considerazione, perché nella scienza molto spesso chi è eterodosso ha ragione. Ci sono teorie su cui gli scienziati non convengono, che alla prova dei fatti si dimostrano quelle corrette. Quindi abbiamo fatto tutte le verifiche del caso, ma così come ogni volta che lanci un sasso quello cade a terra, il che è una prova della legge di gravitazione universale di Newton, abbiamo fatto tutte le controprove per vedere se non ci sono altre spiegazioni plausibili. La risposta è no, c’è invece una prova grande come una montagna, ed è quella a cui dobbiamo attenerci. Si chiama evidenza sperimentale.

Si può fare un parallelo tra i negazionisti del cambiamento climatico e quelli della pandemia?

Che ci sia qualcuno che per superbia o per spirito di contraddizione, per non volersi omologare, un atteggiamento in alcuni casi anche lodevole, provi a dare delle spiegazioni alternative, mi sembra perfettamente legittimo. Il problema è a un passo successivo, quando non ci si arrende all’evidenza. Gli studi che sono stati condotti sul virus sono stati così precisi, così meticolosi, c’è una letteratura sterminata, che giusto un pazzo potrebbe pensare a un complotto, a una macchinazione planetaria in cui tutti gli scienziati sono legati da un patto e vogliono propagandare una teoria falsa, per qualche scopo che non si riesce a capire. Nel caso della pandemia, poi, i negazionisti erano quelli che dicevano da una parte che era una normale influenza, e che era una forma di arbitrio impedire alle persone di circolare liberamente, sottoporle a un regime restrittivo; dall’altra che sostenevano fosse un pericolosissimo virus, un’arma biochimica fuggita da qualche laboratorio cinese. Un paradosso che ho sempre sollevato senza che nessuno mi rispondesse: dalla stessa parte c’erano quelli che pensavano che non fosse vero, e quelli che pensavano che fosse il peggio che si era verificato nella storia del genere umano.

Non proprio il massimo della coerenza.

Già, ma nel caso del Covid sia l’una che l’altra corrente negazionista sono state smentite dai fatti. Le pandemie non cessano per miracolo. Dalle cronache storiche del passato e delle pandemie sviluppatesi più recentemente, l’ultima delle quali l’influenza spagnola verso la fine della prima guerra mondiale, sappiamo qual è l’evoluzione di una pandemia. Dura molti anni e continua a crescere, a meno che non si ponga un contrasto. Il contrasto nel caso del Covid è stato prima l’isolamento nel breve termine, ma poi il vaccino, perché quando abbiamo ricominciato a circolare, se non avessimo avuto la protezione del vaccino, la pandemia sarebbe dilagata. Ancora adesso saremmo completamente immersi, perché i tempi caratteristici di sviluppo della pandemia sono lunghi, la fase espansiva è di molti anni: siamo riusciti a limitarli a un paio d’anni grazie al fatto che il vaccino è stato sintetizzato in dieci mesi.

Valerio Rossi Albertini, fisico nucleare, è primo ricercatore al Cnr, professore incaricato di chimica fisica dei Materiali all’Università La Sapienza e direttore del laboratorio di spettroscopia di raggi X, Area di Ricerca di Tor Vergata del Cnr.

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