01 Ago 2018
Un successo di filiera: alla scoperta di Conai
Articolo a cura di Giorgio Quagliuolo, Presidente di Conai

Giorgio Quagliuolo
Dalla culla alla culla: la strategia di Conai per la gestione dei rifiuti di imballaggio
Una stanza di compensazione tra gli opposti (ed entrambi legittimi) interessi di produttori ed utilizzatori, ma soprattutto un successo di filiera, capace di portare l’Italia su livelli di eccellenza a livello europeo nella gestione dei rifiuti di imballaggio.
Nato da una scelta lungimirante dell’allora ministro dell’Ambiente Edo Ronchi, la legge affida al Conai il ruolo di assicurare la necessaria cooperazione tra i consorzi – uno per ogni materiale di imballaggio: acciaio, alluminio, carta, legno, plastica, vetro – e gli altri operatori economici, nonché indirizzare e garantire il necessario raccordo tra questi e le pubbliche amministrazioni.
Fra le peculiarità principali vi sono la determinazione del contributo ambientale posto a carico di produttori e utilizzatori per la copertura dei maggiori oneri della raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio e per l’avvio a riciclo del materiale e la sottoscrizione dell’accordo di programma quadro con l’associazione dei Comuni italiani (Anci) per il riconoscimento dei corrispettivi ai Comuni per il conferimento ai Consorzi di filiera dei rifiuti di imballaggio.
Il Conai determina quindi il “perimetro di gioco” sia dal punto di vista dei ricavi del sistema (Cac) che dei costi (accordo con Anci). Rappresenta anche una vera e propria “stanza di compensazione” dei legittimi ma contrapposti interessi di produttori e utilizzatori. Soprattutto nella fase iniziale del sistema questo ruolo è stato il vero e proprio motore del successo.
Le peculiarità di Conai
L’auspicio è che siano mantenute le peculiarità che hanno determinato il successo del sistema:
- La natura privatistica e imprenditoriale da cui discende, ferme le necessarie funzioni di controllo e di vigilanza ministeriale, l’autonomia nel definire le proprie regole organizzative e le modalità di gestione per il perseguimento degli obiettivi di recupero definiti dalla normativa.
- L’autonomia nella determinazione degli oneri economici a carico delle imprese, il contributo ambientale Conai (Cac), che consente il rispetto dei principi europei “chi inquina paga” e “responsabilità estesa del produttore”, garantendo una gestione efficiente e trasparente in grado di rispondere efficacemente alle mutevoli condizioni di mercato delle materie prime seconde, nonché di garantire continuità nei conferimenti dei rifiuti di imballaggio da parte dei Convenzionati.
- Autonomia nelle modalità di riscossione del Cac stesso con lo scopo finale di contenere i fenomeni di evasione ed elusione contributiva: anche a vantaggio della fair competition fra le imprese consorziate.
- La natura no-profit (senza scopo di lucro), il cui pregio principale è che consente di occuparsi non solo del ritiro e dell’avvio a riciclo dei rifiuti di imballaggio, ma soprattutto di incidere sull’intera filiera dando concreta attuazione alla strategia “dalla culla alla culla”, che Conai adottò sin dagli inizi della propria attività. Infatti, trovano fondamento proprio nella natura non profit le iniziative di stimolo e supporto alle imprese per la prevenzione, per la produzione cioè di imballaggi più sostenibili, con strumenti diversi: il trasferimento di know-how e la facilità di accesso alle informazioni; infine la predisposizione di incentivi economici, come la recente diversificazione contributiva per gli imballaggi in plastica (che modula gli oneri contributivi sulla base della selezionabilità, riciclabilità e circuito di destinazione prevalente).
Rilegno20 – la rivista
Questo articolo è estratto dalla nostra rivista Rilegno 20, realizzata per celebrare i vent’anni del consorzio. Clicca sull’icona sottostante per leggerne il pdf!