31 Lug 2020
Auto all’idrogeno, nuove opportunità
Nel Piano nazionale energia e clima un’idea nuova per ottenere combustibile pulito.
Entro il 2030 l’uno per cento dei veicoli dovrà essere alimentato a idrogeno. Lo prevede il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima. L’idrogeno è solitamente prodotto per elettrolisi, la scissione dell’acqua nei suoi due costituenti, ossigeno e idrogeno. Ma l’elettrolisi ha bisogno di energia elettrica: quindi l’idrogeno prodotto in questo modo non è tanto una fonte, bensì un “vettore”, un mezzo per trasportare l’energia. Esiste però un metodo alternativo, il cui utilizzo è stato proposto dal fisico Valerio Rossi Albertini (di cui pubblichiamo un’ampia intervista a pag. 10): la gassificazione diretta. Inviando un getto d’acqua sui residui legnosi ad alta temperatura si ottiene un gas contenente una buona percentuale di idrogeno. “L’idrogeno è un combustibile pulito ma, a differenza del gas naturale va prodotto, perché non si trova nel sottosuolo” dice Rossi Albertini. “Per produrlo, bisogna consumare energia. Se per farlo utilizziamo energia non pulita, non otteniamo alcun vantaggio: l’idrogeno deve perciò essere prodotto da fonte rinnovabile. L’energia fotovoltaica lo è, ma il suo utilizzo per ottenere idrogeno non è vantaggioso da un punto di vista economico, in quanto può essere utilizzata in modo più redditizio. Di qui l’esigenza di utilizzare un sistema alternativo”. L’idea di testare questo processo di utilizzo degli scarti legnosi per la produzione di idrogeno è emersa fra 50 opportunità da vagliare nell’ambito dell’iniziativa Monitor Pec, un tavolo promosso da Agici cui Rilegno ha preso parte, insieme ad altri soggetti del mondo dell’energia e della sostenibilità, in preparazione del nuovo Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec). Fra le altre è emersa anche l’idea di testare nuovi sistemi di coibentazione dei condomini a base di legno. Su entrambe le opportunità Rilegno lavorerà nei prossimi mesi per vagliarne l’effettiva consistenza.
La gassificazione diretta è un metodo di chimica verde del tutto sostenibile che, per di più, avviene in un ambiente ben controllato, riducendo l’emissione di particolato nell’ambiente. “Il progetto è stato sviluppato nell’ambito della richiesta fatta dall’Ue di proporre un pacchetto di progetti per soddisfare tre esigenze”, spiega Rossi Albertini, “ovvero l’‘efficientamento energetico’, la mobilità sostenibile e la produzione di energia pulita. L’idrogeno da gassificazione diretta risponde alle ultime due: è prodotto da energia pulita e potrebbe essere utilizzato per alimentare veicoli”. Per ottenere idrogeno, il legno, o i residui legnosi del sistema di Rilegno, non devono essere bruciati ma solo scaldati. Lo stesso vale per la produzione di energia elettrica a partire dall’idrogeno: “Mentre altri gas, come il metano e il gpl, devono essere combusti per alimentare un motore a scoppio”, sottolinea Rossi Albertini, “l’idrogeno non viene bruciato, ma combinato con l’ossigeno dell’aria a bassa temperatura, per restituire vapore d’acqua: in questo processo viene generata direttamente energia elettrica, non calore”.
Tra i due sistemi, combustione e combinazione idrogeno-ossigeno, c’è un abisso, anche in termini di impatto ambientale: “Da un punto di vista termodinamico il secondo processo è molto più efficiente: nei motori termici solo una frazione dell’energia prodotta dal dalla combustione diventa energia, il rendimento massimo è sotto il 30 per cento”, mette in evidenza Rossi Albertini. “La combustione è una forma arcaica di utilizzo dell’energia di cui dovremmo sbarazzarci completamente. Con l’idrogeno ci sono rendimenti dell’80 per cento e nella forma più nobile di energia, quella elettrica. Se hai quella puoi fare tutto e meglio che con qualsiasi altra forma di energia”.